"Donne dei preti" scrivono al Papa per chiedere di rivedere la legge sul celibato

 

"Caro Papa Francesco, siamo un gruppo di donne da tutte le parti d'Italia (e non solo) che ti scrive per rompere il muro di silenzio e indifferenza con cui ci scontriamo ogni giorno. Ognuna di noi sta vivendo, ha vissuto o vorrebbe vivere una relazione d'amore con un sacerdote, di cui è innamorata".

 

E' l'inizio di una lettera divulgata dal sito Vatican Insider che la attribuisce a 26 donne che affermano di vivere relazioni sentimentali con dei preti. Nella missiva, firmata con il solo nome di battesimo più l'iniziale del cognome o la città di provenienza, anche se nella raccomandata inviata in Vaticano c'era un cognome e c'erano recapiti telefonici, le donne si definiscono "un piccolo campione", ma affermano di parlare a nome di tante che "vivono nel silenzio". Nella lettera, che non ha avuto conferme ufficiali, le donne si appellano a Bergoglio e gli chiedono di rivedere la legge sul celibato.

 

Vera o non vera l'esistenza di questa lettera io penso che si possa aprire un dibattito su questo tema, secondo me di grande interesse e attualità.

Il celibato non è una legge di Dio, ma una convenzione della Chiesa criticata fin dai tempi di Lutero. Non è qualcosa che si può trovare nei Vangeli e d'altra parte i sacerdoti e tutto il clero sono la discendenza degli apostoli che erano in quel tempo sposati. L'imposizione del celibato fatto diventare, secondo me cervelloticamente, un voto, è stata dettata storicamente da esigenze patrimoniali. Senza matrimoni per i sacerdoti, non c'erano discendenti e coniugi, nessuna parte del patrimonio accumulato in prebende e lasciti era da dividere in qualche maniera tra i discendenti, e rimaneva tutto all'interno della Chiesa. Quindi una scelta puramente economica che credo sia stata fatta molto prima dell'anno mille. Ci sono vecchi libri della Feltrinelli che trattano di questo tema.

In realtà non è proprio così, infatti gli averi dei sacerdoti, una volta morti, vanno ai parenti più stretti, non alla diocesi, a meno che, chiaramente, il testamento non dica il contrario. Precisato questo tutto il resto è vero. Il celibato è stato imposto principalmente per evitare il nepotismo e votare tutta la vita dei sacerdoti alla loro missione. In ogni caso il celibato è a fatica rispettato in Europa e Nord America mentre in Africa e Sud America (Asia non saprei) è molto meno preso in considerazione. Spesso i missionari per essere accettati si trovano a dover dire di aver lasciato la moglie a casa. In questa realtà penso che la cosa debba essere quantomeno discussa.

C'è un'altra scuola di pensiero che invece ribadisce che nel momento in cui i sacerdoti prendono i voti, accettano di osservare delle regole tra le quali il celibato e che, pertanto, non dovrebbero poi cambiare idea desiderando una vita affettiva e sessuale. In questo caso, dicono, esiste la possibilità di tornare indietro, sciogliere i voti, e guadagnarsi il pane per loro, per le compagne e per i loro figli, evitando di "pesare" sul popolo, esattamente come fanno tutti i preti protestanti. Forse, si maligna, è più facile e comodo vestire un abito in pubblico e un perizoma in privato.

Per quanto riguarda la chiesa è anche vero che deve progredire con i tempi ma proprio in questo momento, con questo papa, sembra che sia più aperta di quanto non lo siano i nostri politici.

Hilary Waardenburg-Kilpatrick - studiosa di letteratura araba, afferma che “non è esatto che nella Chiesa cattolica non ci siano preti sposati. Ad esempio, nelle Chiese cattoliche orientali (Maroniti, Greci cattolici etc.) un uomo sposato può essere ordinato prete. Perché la Chiesa cattolica occidentale in questa materia non può allinearsi alle Chiese cattoliche sorelle? Sarebbe già un' inizio significativo”.

Infine ci sono da citare i vangeli apocrifi (occulti) che la chiesa ha totalmente censurato perchè parlavano di Cristo e della sua compagna Maddalena. La chiesa la fece passare per una poco di buono al fine di creare in Cristo un'immagine sacra da idolatrare fino ai nostri tempi...

Io non so dove sia la verità e come si possa risolvere il problema, ma credo che esso debba essere discusso a fondo, facendo intervenire tutte le parti in causa e cercando, se possibile, di trovare una soluzione condivisa.

Angelo Giustini

Tutela donne: la staffetta della lumaca
da “Indignata speciale”

Tutela della donna, ma non se ne parla mai abbastanza, sempre insufficiente quanto si sta facendo.
Certo il nostro Paese si sta muovendo per affrontare il problema. Il 9 ottobre del 2013 è diventato legge il “Decreto Femminicidio” che ha introdotto, tra le altre cose, le aggravanti per le violenze compiute all'interno di una relazione affettiva, ai danni di donne incinte o sotto gli occhi di un minore.
 
Il primo passo per combattere la violenza contro le donne è fare sì che questa sia considerata un reato specifico: possiamo considerarlo un successo?? Hanno impiegato tanto a capirlo, hanno avuto bisogno di milioni di prove concrete nel corso di decenni, secoli, forse millenni? Vero che a volte è difficile evidenziare i reati, soprattutto laddove manchi la buona volontà. Esistono violenze fisiche, evidenti , ma anche quelle subdole, striscianti, come le violenze psicologiche che aggrediscono lentamente, come una goccia d’acqua sulla roccia, con risultati devastanti. Le vittime vengono distrutte interiormente in un decadimento che si riflette anche nell’esteriorità in quanto si perde la stima e la considerazione della propria persona. La donna vittima di violenza psicologica diventa carnefice solo di se stessa, mai di altri; perde a tal punto la considerazione del suo essere, da autoconvincersi di colpe inesistenti. I dati sono allarmanti: si va dalla privazione economica per il sostentamento e quindi alla totale dipendenza dal partner, alla difficoltà a reperire lavoro; spesso ci si sente ancora chiedere se si ha intenzione di avere maternità prima di un’assunzione. L’obbligo a restare in casa, a non avere una vita sociale propria, a non avere diritto di replica o parte nelle discussioni, umiliazioni e offese pubbliche, soprattutto tra amici e conoscent,i sono dati di fatto. Ancora, vittime di stalking, e lo stalking è orribile, limita ogni movimento nella quotidianità , limita la libertà e impedisce di avere una vita normale non solo alla vittima ma anche ai suoi famigliari, in un clima continuo di tensione e paura, quando non arriva addirittura ad avere conseguenze estreme.
Si sta chiedendo a gran voce la ratifica
 della Convenzione di Istanbul per migliorare e inasprire le misure adottate dall’Unione Europea in tema di prevenzione e tutela delle donne vittime,, e soprattutto vittime di stalking
A oggi sono 603 milioni le donne che vivono in Paesi dove questo non accade e
sono ancora troppi i Paesi i cui i codici penali non prevedono il reato di violenza domestica o di violenza sessuale.
Non solo: in alcune parti del mondo esistono leggi che di fatto, in modo più o meno cosciente, danno un placet agli abusi sulle donne, agli stupri perpetrati all'interno di una famiglia e a chi punisce con la violenza l'indipendenza femminile perché la donna non può avere voce. Una su tutte la legge secondo cui lo stupratore può evitare la pena sposando la sua vittima, in vigore in alcuni Paesi africani senza tener conto del volere della vittima : il famoso matrimonio riparatore
Anche Amnesty International si sta battendo perché in alcuni paesi sia considerato stupro la violenza su donne non vergini, sembra assurdo si possa pensare il contrario ma tanto è.

Anche nella nostra cultura spesso la violenza è stata accettata, soprattutto tra le pareti domestiche , ed è proprio qui che trova terreno fertile, proprio nel posto in cui la donna dovrebbe sentirsi al sicuro. Per molto tempo è stata tenuta in scarsa considerazione la sua dipendenza o sottomissione .
Esagerazioni??? No, controsensi della cosiddetta civiltà che solo nell’81 in Italia considera crimine un delitto di genere... delitto d’onore!!


Maria Teresa Infante
poetessa/scrittrice