Marmo

 

Colpisci vento,

Ulula forte,

Bestia immonda

Feroce nella notte.

Strappa il sudario,

Che io sia nuda,

A mostrarti l'inerme forza.

Non riuscirai a scalfire,

La potenza della roccia,

Che fa di me

Lapide di marmo

Immobile e fissa,

Nel giorno dell’attesa.

Oggi non piango,

Urlo.

 

Vittoria Nenzi @ t.d.r.

GIOSTRA

 

Sali,

Sali…

Che aspetti?

Vaghi spettro senza volto,

Non sai che vuoi,

Non sai chi sei.

 

Sali che ti aspettano gli amici,

Sali che conoscerai i Paradisi.

Ascolta che musica divina,

Angeli invitano a viaggiare.

 

Ecco.

Bravo,

Ancora un passo,

Un salto e sei arrivato.

 

Gira, gira la giostra,

Turbine per far morir la noia,

Gira e entri in un mondo,

Fatto di sogni, euforie e sonni.

 

Ti senti bene,

Leggero come un palloncino gonfio di elio,

Ti senti bene,

Demoni son Angeli avvolti di fumo azzurro.

 

Gira, gira la giostra,

Non si ferma per farti vomitare,

Forza centrifuga che non ti lascia andare,

Piange il clarino sempre più lontano.

 

Gira, gira la giostra,

Non vuoi la madre,

Detesti il cibo,

Nuoti in un niente che ti rende vuoto.

 

Gira, gira la giostra,

Le mani tendi, chiedi aiuto,

Pietà lo vedi che non cammino,

Pietà per chi? Che non son più io?

 

La giostra non si ferma,

E’ sorda e urla,

Vedi oltre il fumo i visi disperati,

Vuoi solo dormire oltre la vita.

 

La giostra per te non gira più,

La musica è finita,

Il sogno spento,

Dietro un sipario nero.

 

Vittoria Nenzi  @ t.d.r

Tutto ha un fine

 

Quante volte

Non ho notato il sole

Offuscato da tempesta?

Quante volte ho maledetto

L’oscurità,

Il pugno del vento,

Le schegge nere

Schiaffi di cielo per ferire?

Quante volte

Ho negato la speranza,

Il miraggio di futuro?

Quante volte

Ho negato il pianto,

Ripudiato una carezza,

Schivato una mano?

Mi domandavo il perché

Di tanto amaro,

Non trovavo risposte

E mi odiavo.

Non sapevo,

Non sapevo quanto il dolore

Potesse diventar sapienza,

Riconoscenza.

Poi,

Ho conosciuto la disperazione,

La morte correre parallela,

Per superar la vita,

Mille volti senza corpo,

Senza anima,

Mille mani strette in preghiera.

Ho lasciato la vita nota,

In un angolo a morire,

Abbagliata da verità

Che dava sicurezza,

Di vita nuova in corpo antico.

Anima mondata da conflitti,

Da rabbie, rancori, delusioni.

Anima che abbraccia ogni dolore,

Che ringrazia il dono della gioia,

Che riconosce il bello anche nel brutto,

Anima che sa cos’è l’amore,

Anima che sorregge per

Tenerti fuori del burrone.

Quante volte ho visto il raggio luminoso

Anche dove a tutti si mostrava il buio,

Quante volte ho detto grazie di un minuto,

Regalato in più per questa vita?

Tutto ha un fine,

Anche la morte e la resurrezione.

 

Vittoria Nenzi

@ t.d.r.

 

CONTARE

 

Contavo,

Da uno a mille,

Poi tornavo indietro.

L’ago entrava

E usciva

Trascinando

Un filo.

Rosso,

Giallo,

Azzurro.

 

 

Contavo,

Uno, due tre,

Salta un punto,

Cambia tinta,

Ora accavalla.

 

Il mio contare era

Pensiero,

Desiderio di placare

L’ansia che

Correva dentro.

 

Un bel fiore colorato,

Una scarpina da neonato,

Un fazzoletto col merletto

Un pensiero che scavava

Senza procurar dolore.

 

Mettendo ordine tra i fili,

Incasellavo i desideri,

Tra le maglie cadute

Lasciavo andar,

Le delusioni.

 

Riconoscevo nel lavoro,

Le pieghe sgualcite del dolore,

Del silenzioso pianto.

Con le mani le spianavo,

Con le labbra sorridevo.

 

Forse follia,

Forse non voler veder il vero,

Forse chiusura al mondo intero,

Forse paura, rifiuto dell’ignoto.

Contare in silenzio però aiutava.

 

Vittoria Nenzi

 

 

 

BIMBO MIO


Bimbo mio!
Cerco la tua orma in riva al mare,
La tua voce nel soffio della brezza.
Mentre la mano scrive sulla sabbia
La malinconia di un’altra estate volata via.

Ricordi quell’estate quando
Sognammo insieme l’infinito?
Il sole su di noi non voleva tramontare,
Generoso sapeva del nostro bisogno di calore.

Nella memoria del mare,
Indelebile esiste il tuo giocare,
Il grido felice del sorriso,
La tua parola che diceva amore.

Nella memoria della sabbia,
C’è il lieve peso del tuo corpo,
L’impronta delle tue mani,
La gioia infinita di ballare.

Nella memoria del mio cuore,
Continua l’estate e il suo tepore,
Mentre nego alla lacrima di urlare,
La nostalgia che non avrà mai fine!

 

Vittoria Nenzi

SE FOSSI DEA

 

Se fossi Dea,

Figlia di Minerva,

Di saggezza seminerei le menti,

Coltiverei campi e percorsi,

Per insegnare sani pensieri alle genti.

Se fossi Dea,

Figlia di Afrodite,

Donerei l’idea assoluta dell’amore,

Vestendo il mondo di pudica bellezza,

Offrendo sole, stelle e una carezza.

Se fossi Dea,

Figlia di Teti e Oceano suo sposo,

Impedirei a Stige di insozzar la terra

Riversando il male da fetide sue acque,

A offendere dell’Eden la purezza.

Se fossi Dea,

Chiamerei Cosmo e le sue forze,

A distruggere Eris regina di discordia,

Madre di guerre, lotte feroci,

Male infinito, sangue fratricida.

 

Sono donna,

Nata da uomo,

Senza potere,

Con solo amore e

Istinto di pudore.

 

Posso rivolgermi al Signore,

Che volga gli occhi suoi su questa terra,

Mentre brucia di odio e chiede aiuto,

Per difendersi dai figli suoi impazziti.

Posso rivolgermi al Signore,

Che dia pane alle creature inermi,

Che curi le anime cieche a vedere

Il male che non può che generare male.

Posso rivolgermi al Signore,

Che mandi la Madre Sua a difendere,

Figli innocenti creature senza colpe,

Deboli, vecchi e sofferenti.

Che sia giustizia per vittime di umane leggi,

Per agnelli sacrificio di violenza.

 

Sono donna,

Libera da ansie di potere,

Vorrei vedere un mondo giusto,

Dove il padre stringe la mano al figlio,

Per indicargli la strada dell’onesto.

Vorrei poter cacciar la tirannia,

Insegnar ai fratelli il senso di vergogna.

 

Sono donna,

Alla fine del percorso,

Sono donna

Che ha sofferto e chiesto aiuto,

Che ha visto il male e l’ha vissuto,

Che ha lottato e non sempre ha vinto.

Sono donna che ha cercato amore,

Trovandolo nella gioia e nel dolore.

 

Non sono Dea sono solo donna,

Non piango ma a mani giunte spero.

 

Vittoria Nenzi

UN RINTOCCO

 

Un rintocco,

La città corre non lo sente.

Chiuso tra i vicoli antichi,

Tempio sacro,

Scuro di legni neri.

Di preghiere mormorate.

 

Un rintocco

Apre il portone,

Falce di luce

Illumina la fonte,

Le panche lucide

Di ginocchia flesse.

 

Un rintocco,

Il rosone in alto,

Lascia filtrare il raggio

Vestito di polvere,

Pallida

Che sa d’oblio.

 

Un rintocco,

Ballano le fiammelle

Richieste

Di anime scorate,

Di mamme disperate,

Di vecchi indeboliti.

 

Un rintocco,

Di lato una Madonna

Promette

Con le palme al cielo,

Letizia eterna,

Speranza nel perdono.

 

Un rintocco,

Un bimbo giace,

Freddo, nudo,

Pugni chiusi

Occhi aperti

A guardare il niente.

 

Un rintocco,

Una madre

Una semplice donna,

Che non è Madonna,

Un figlio

Che non è un Cristo.

 

Un rintocco

Che per il mondo è muto

Un rintocco

Che per la madre è tutto,

Un rintocco

Che batterà

Ogni giorno.

Nessuno lo udrà

La madre sola

Ne ascolterà La voce.

 

 

Vittoria Nenzi – 24 gennaio 2014

RAGAZZO

 

Continua a cantare,

Ragazzo!

Uno spicchio di cielo,

Una stella,

L’odore della notte,

La tua chitarra.

Continua a cantare,

Ragazzo!

Il tempo per me

Corre a ritroso,

Un ricordo vago,

Timido sorriso,

Un desiderio senza nome,

Un sentimento

Che incontra l’infinito.

Chiudo gli occhi,

E ti vedo,

Ragazzo,

Vedo le tue mani,

Volare sulle corde,

Sento il tuo richiamo,

Quello d’allora,

Nelle note trepide d’amore.

Non spegnermi il ricordo,

Ragazzo,

Continua a cantare!

 

Vittoria Nenzi 

 

MALINCONIA

 

Racconto al mare

Ciò che nessuno sa ascoltare,

Racconto al mare

Quanto vorrei ancora poter volare.

 

Dal monte son scesa rotolando,

Senza cercare sentiero illuminato,

Tra macchia e odore di rosmarino,

Ciottolo dal tempo levigato.

 

Ho cercato il sole appena nato,

L’ultima stella della notte e il suo saluto,

La sabbia umida nella risacca lenta

Il lamento del vento dolce pianto.

 

L’inverno ha lasciato l’orma,

Rubando dune, restituendo rena,

Ricordi di vite in conchiglie vuote,

Odore putrido di alghe nere morte.

 

Eppure il suo commiato per me

E’ malinconia.

Un altro inverno tenero nei sogni

Presto sarà memoria solo mia.

 

Profumo di mandorlo fiorito,

Zagare promessa di dolce frutto,

Primule, fiori, farfalle colorate,

Voli d’uccelli parlano di nidi pieni.

 

Primavera,

Giovane, tenera, forte di vite neonate,

Preme per entrare

E l’animo mio teme e vuole ancora osare.

 

Racconto al mare

In un sospiro che è speranza,

Quanto vorrei aver tempo per sognare

Accanto alle creature che so ancora mare.

 

Vittoria Nenzi – 6 marzo 2012

 

IMPARERAI

 

Imparerai

A proteggere l’anima dai colpi del destino,

Imparerai

A chiuderla all'interno per nutrirla meglio.

Imparerai,

Amore mio,

Che la vita è una fulgida rosa piena di spine,

Imparerai a coglierne il profumo e a leccarti le ferite.

Imparerai ad amare l’amore e anche il dolore,

A piangere dentro senza far rumore,

A non mostrare lacrime e paure,

A tenere in te tutto il sentimento.

Ti dono uno scrigno di perle ormai ingiallite,

Quando ne avrai bisogno tirane fuori una,

Mettila fra le labbra e la sentirai vibrare,

Fremito di vite già vissute.

Leggerai parole dentro di ognuna,

Udrai,

Se saprai ascoltare,

Sussurri e mormorii sempre taciuti,

Ti aiuteranno a non sentirti sola,

Cacciando abbandoni e insicurezze.

Ti lascio,

Cuore mio,

La forza dell’amore,

La bellezza del perdono,

Un pugno di coraggio,

Ti lascio,

Cuore mio,

Un respiro pieno di passione.

 

Vittoria Nenzi – 17 marzo 2014